Le diete chetogeniche sono diventate sempre più popolari come approccio nutrizionale per il trattamento di una vasta gamma di condizioni mediche, dalla perdita di peso all’epilessia, dalle malattie neurodegenerative al diabete di tipo 2. Uno degli aspetti più interessanti e complessi della dieta chetogenica è la sua influenza sui livelli di colesterolo, in particolare il colesterolo a bassa densità (LDLc). Tra coloro che seguono una dieta chetogenica, una sottocategoria di individui noti come “Lean Mass Hyper Responders” (LMHR) ha attratto particolare attenzione per la loro risposta amplificata nel profilo lipidico. In questo articolo, esploreremo la correlazione tra la dieta chetogenica e i livelli di colesterolo, concentrandoci in particolare sul contesto dei LMHR.
Il Fenomeno dei Lean Mass Hyper Responders
Gli individui che si definiscono “Lean Mass Hyper Responders” (LMHR) rappresentano un gruppo peculiare all’interno della vasta gamma di coloro che adottano una dieta chetogenica. Questo sottogruppo ha attratto particolare attenzione per la loro risposta amplificata nel profilo lipidico quando seguono una dieta chetogenica. (vedi studio)
Mentre la maggior parte delle persone che abbracciano le diete chetogeniche sperimenta una variazione nei livelli di colesterolo, sia in aumento che in diminuzione, gli LMHR si distinguono per una risposta notevole, caratterizzata da un significativo aumento del colesterolo a bassa densità (LDLc).
La definizione di LMHR si basa su un insieme specifico di criteri lipidici, che includono livelli elevati di colesterolo LDLc (generalmente oltre i 200 mg/dL), alti livelli di colesterolo ad alta densità (HDLc) e bassi livelli di trigliceridi (TG).
È importante sottolineare che il termine “lean mass” non si riferisce necessariamente alla magrezza dell’individuo, ma piuttosto alla composizione corporea in generale. Tuttavia, è stato osservato empiricamente che gli LMHR tendono ad avere un indice di massa corporea (BMI) relativamente basso, aggiungendo un’ulteriore dimensione di interesse a questo fenomeno.
La comprensione della variazione della risposta lipidica nei LMHR è fondamentale per delineare le dinamiche complesse dei cambiamenti lipidici indotti dalle diete chetogeniche. Mentre alcuni individui possono sperimentare una riduzione dei livelli di colesterolo LDLc con una dieta chetogenica, gli LMHR mostrano invece un aumento significativo di questo parametro. Questo fenomeno solleva domande importanti sulla regolazione del metabolismo lipidico e sottolinea l’eterogeneità della risposta individuale alla dieta e alla composizione corporea.
Gli studi futuri dovrebbero approfondire ulteriormente i meccanismi alla base della risposta lipidica amplificata negli LMHR e identificare strategie terapeutiche mirate per ottimizzare la gestione lipidica in questa popolazione. Inoltre, è necessario considerare l’individualizzazione delle terapie nutrizionali, tenendo conto della composizione corporea e della regolazione ormonale specifica di ciascun individuo. In conclusione, il fenomeno dei Lean Mass Hyper Responders rappresenta un campo di ricerca stimolante e in continua evoluzione, con il potenziale per migliorare la salute cardiovascolare e il benessere generale nei soggetti LMHR e oltre.
Cos’è il Modello Lipidico Energetico (LEM): Una Possibile Spiegazione al Profilo Lipidico Amplificato
Il Modello Lipidico Energetico (LEM) offre un’illuminante prospettiva sulla risposta lipidica nei Lean Mass Hyper Responders (LMHR) all’interno del contesto delle diete chetogeniche.
Formulato da Adrian Soto e colleghi, il LEM propone un quadro concettuale che spiega le dinamiche del metabolismo lipidico in relazione alla restrizione dei carboidrati.
Secondo il LEM, sotto condizioni di restrizione di carboidrati che portano all’esaurimento delle riserve di glicogeno epatico e a livelli relativamente bassi di adiposità, gli acidi grassi liberi vengono confezionati in particelle di VLDL (very low-density lipoprotein) nel fegato e esportati come un sistema di traffico energetico sistemico. Queste particelle di VLDL vengono quindi trasformate in particelle di LDL (low-density lipoprotein) a livello periferico, attraverso l’idrolisi mediata dall’LPL (lipoprotein lipasi) dei trigliceridi nelle particelle di VLDL. Durante questo processo, le particelle di VLDL vengono depauperate dei trigliceridi e diventano particelle di LDL, mentre i componenti superficiali prodotti dal processo di turnover si integrano nelle particelle accettrici di ApoA, ovvero le particelle di HDL (high-density lipoprotein), portando ad un aumento del colesterolo HDLc.
Questo modello fisiologico composto contribuisce a comprendere come gli LMHR manifestino un profilo lipidico amplificato in risposta alle diete chetogeniche.
Gli LMHR, con la loro risposta esagerata nel profilo lipidico, costituiscono un punto di connessione fondamentale tra la composizione corporea e la risposta lipidica alle diete chetogeniche.
L’approccio del LEM non solo fornisce una spiegazione meccanicistica della risposta lipidica negli LMHR, ma offre anche una cornice teorica per la progettazione e l’interpretazione degli studi clinici su questa popolazione. Comprendere i meccanismi alla base della risposta lipidica amplificata negli LMHR è cruciale per ottimizzare le strategie terapeutiche e migliorare la gestione lipidica in questa sottopopolazione.
Ruolo del BMI e degli Ormoni Tiroidei
Il ruolo del BMI (Indice di Massa Corporea) e degli ormoni tiroidei emerge come un aspetto significativo nella comprensione della risposta lipidica nei Lean Mass Hyper Responders (LMHR) che seguono una dieta chetogenica.
Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione inversa tra il BMI e le variazioni del colesterolo LDLc nelle diete chetogeniche, con un’associazione particolarmente marcata negli LMHR.
Il BMI più basso è stato associato a aumenti più significativi del colesterolo LDLc con l’adozione della dieta chetogenica, nonché a diminuzioni più marcate con la reintroduzione dei carboidrati. Questo suggerisce che la composizione corporea svolga un ruolo chiave nella modulazione della risposta lipidica alle diete chetogeniche, con gli individui magri che mostrano una maggiore suscettibilità alle variazioni del colesterolo LDLc.
Inoltre, gli ormoni tiroidei, come il fT3 (triiodotironina libera) e il T4 (tiroxina), sono emersi come modulatori cruciali della risposta lipidica negli LMHR.
Studi recenti hanno evidenziato un’associazione tra i livelli di questi ormoni e le variazioni del colesterolo LDLc nelle diete chetogeniche, suggerendo un ruolo significativo nella regolazione del metabolismo lipidico.
Questi risultati suggeriscono che oltre al BMI, gli ormoni tiroidei siano importanti determinanti delle variazioni del colesterolo LDLc nelle diete chetogeniche, specialmente negli individui con risposte lipidiche amplificate come gli LMHR. La comprensione del ruolo integrato del BMI e degli ormoni tiroidei nella risposta lipidica alle KD fornisce una base solida per ottimizzare le strategie terapeutiche e migliorare la gestione lipidica in questa popolazione.
Implicazioni Cliniche
La comprensione delle variazioni del colesterolo LDLc nei Lean Mass Hyper Responders non solo fornisce un’opportunità per esplorare le dinamiche lipidiche in risposta alle diete chetogeniche, ma ha anche importanti implicazioni cliniche.
In primo luogo, la relazione inversa tra BMI e variazione del colesterolo LDLc su una dieta chetogenica suggerisce che i professionisti della salute devono prendere in considerazione non solo il profilo lipidico basale, ma anche la composizione corporea del paziente quando valutano il rischio cardiovascolare e pianificano interventi dietetici. Questo è particolarmente rilevante per gli individui magri, che potrebbero manifestare variazioni più ampie del colesterolo LDLc rispetto a quelli con un BMI più elevato.
Inoltre, l’identificazione del fattore predittivo fT3 nelle variazioni del colesterolo LDLc suggerisce che gli ormoni tiroidei potrebbero svolgere un ruolo significativo nella regolazione del metabolismo lipidico durante la restrizione dei carboidrati. Questo solleva la possibilità che la valutazione della funzione tiroidea possa essere utile nella gestione dei pazienti che seguono diete chetogeniche, specialmente quelli con un profilo lipidico particolarmente reattivo.
Dal punto di vista della ricerca, è necessario condurre studi a lungo termine per valutare la persistenza delle variazioni del colesterolo LDLc nei LMHR nel tempo e comprendere se queste variazioni influenzino effettivamente il rischio cardiovascolare a lungo termine.
Inoltre, poiché sempre più persone si avvicinano alle diete chetogeniche per motivi di salute, è essenziale considerare l’individualizzazione delle terapie nutrizionali, tenendo conto delle caratteristiche metaboliche specifiche di ciascun individuo. Questo richiede un approccio che consideri non solo il profilo lipidico basale, ma anche la composizione corporea, la funzione tiroidea e altri fattori di rischio cardiovascolare.