Differenze di Genere nella Risposta alla Dieta VLCKD nella Steatosi e Fibrosi Epatica

Negli ultimi decenni, l’obesità è diventata una preoccupazione globale per la salute pubblica. In Italia, la prevalenza dell’obesità è in aumento, con una crescita significativa negli ultimi anni. L’obesità è associata a numerose condizioni comorbide, come la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2 e la malattia epatica.

Questo studio mira a esaminare l’impatto della dieta chetogenica a bassissimo contenuto calorico (VLCKD) su pazienti sovrappeso e obesi, con particolare attenzione alle differenze di genere nella steatosi e fibrosi epatica.

 

Materiali e Metodi dello Studio

Questo studio prospettico di otto settimane è stato condotto presso il Centro di Nutrizione per la Ricerca e Cura dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche dell’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “Saverio De Bellis” (Castellana Grotte, Bari, Italia).

Sono stati arruolati 112 pazienti sovrappeso o obesi, di età compresa tra 18 e 65 anni, con un indice di massa corporea (BMI) di almeno 25 kg/m².

I partecipanti hanno seguito un protocollo di VLCKD, che prevedeva un apporto calorico di 650-800 kcal al giorno e un basso contenuto di carboidrati (<30 g al giorno).

 

I Risultati dello Studio

Dopo otto settimane di VLCKD, si è osservata in entrambi i sessi una riduzione significativa:

  • della steatosi epatica
  • del peso corporeo
  • del BMI
  • della circonferenza vita
  • della pressione arteriosa sistolica e diastolica
  • della resistenza insulinica
  • della glicemia a digiuno
  • dei trigliceridi
  • del colesterolo totale e del colesterolo LDL

Tuttavia, la rigidità epatica, indicativa di fibrosi, è diminuita significativamente solo negli uomini.

Nonostante le riduzioni generali, i livelli di steatosi e fibrosi rimangono più elevati negli uomini rispetto alle donne dopo la VLCKD.

 

Discussione

Le differenze di genere osservate nella risposta alla VLCKD possono essere attribuite a una varietà di fattori ormonali, metabolici e comportamentali. Gli uomini e le donne presentano differenti pattern di distribuzione del grasso corporeo, con gli uomini che tendono ad accumulare grasso viscerale e centrale, mentre le donne accumulano più spesso grasso sottocutaneo. Questo accumulo di grasso viscerale negli uomini è associato a un maggiore rischio di steatosi epatica e a livelli più elevati di enzimi epatici, come l’alanina aminotransferasi (ALT) e l’aspartato aminotransferasi (AST), che indicano danno epatico.

Dal punto di vista ormonale, gli estrogeni nelle donne sembrano avere un effetto protettivo contro l’accumulo di grasso viscerale e la progressione della steatosi epatica. Gli estrogeni migliorano la sensibilità all’insulina e riducono l’infiammazione sistemica, entrambi fattori che possono contribuire a una minore steatosi e fibrosi epatica. Gli uomini, che hanno livelli più bassi di estrogeni, possono quindi essere più predisposti a sviluppare steatosi epatica grave e fibrosi.

L’aderenza alla VLCKD potrebbe inoltre variare tra i sessi.

Studi precedenti hanno suggerito che le donne tendono a seguire diete restrittive con maggiore disciplina rispetto agli uomini, il che potrebbe influenzare i risultati del trattamento. Tuttavia, in questo studio, tutti i partecipanti hanno seguito lo stesso rigoroso protocollo, riducendo la variabilità legata all’aderenza.

Un altro fattore rilevante potrebbe essere la differente risposta metabolica alla riduzione calorica e al basso apporto di carboidrati. Gli uomini possono avere una maggiore capacità di ossidare i grassi rispetto alle donne, il che potrebbe spiegare la loro maggiore riduzione di rigidità epatica osservata in questo studio. Nonostante ciò, la persistenza di livelli più elevati di steatosi e fibrosi negli uomini rispetto alle donne dopo la VLCKD suggerisce che potrebbero essere necessari interventi più prolungati o combinati con altre terapie per raggiungere risultati comparabili tra i sessi.

Inoltre, fattori genetici potrebbero giocare un ruolo significativo nelle differenze di genere osservate. Varianti genetiche associate al metabolismo dei lipidi e all’infiammazione epatica potrebbero influenzare la risposta alla VLCKD in modo differenziale tra uomini e donne.

 

Conclusioni dello Studio

La VLCKD è risultata efficace nel ridurre la steatosi epatica e migliorare vari parametri metabolici nei pazienti sovrappeso e obesi di entrambi i sessi. Tuttavia, le differenze di genere nella risposta indicano la necessità di un approccio più personalizzato nella gestione della steatosi e della fibrosi epatica.

In futuro, le ricerche dovrebbero approfondire meglio i meccanismi sottostanti queste differenze di genere e valutare l’efficacia di interventi mirati che considerino specificità ormonali, genetiche e comportamentali per ottimizzare i risultati clinici nei pazienti con obesità e malattie epatiche.

 

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