Il diabete di tipo 2 (T2DM) rappresenta una sfida significativa per la salute pubblica globale, essendo una delle malattie croniche più diffuse.
Negli Stati Uniti, circa 37 milioni di persone convivono con il diabete, di cui il 90-95% ha il T2DM.
L’elevata prevalenza del T2DM ha stimolato ricerche per indagare l’efficacia di varie interventi, con particolare attenzione alle modifiche dello stile di vita e delle abitudini alimentari.
Metodologia
Questo studio ha valutato l’impatto delle diete cheto a bassissimo contenuto di carboidrati sui fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti con diabete di tipo 2.
Sono state effettuate ricerche estensive fino a marzo 2024 su database come PubMed, Scopus e Web of Science per identificare trial clinici che esaminano l’impatto delle VLCKD sul controllo glicemico, il profilo lipidico e la pressione sanguigna.
In tale contesto, il termine VLCKD è stato utilizzato per definire una dieta “Very Low Carbohydrate Ketogenic Diet”, definendola come un approccio nutrizionale con un contenuto di carboidrati al di sotto dei 50g giornalieri.
Differenze tra VLCKD
È importante notare una criticità nell’uso dell’acronimo VLCKD (Very Low Carbohydrate Ketogenic Diet) nel contesto di questo studio.
Tradizionalmente, una dieta chetogenica è definita come una dieta con meno di 50 grammi di carboidrati al giorno, indipendentemente dal contenuto calorico totale. L’utilizzo dell’acronimo VLCKD potrebbe risultare fuorviante, poiché qualsiasi dieta che scende al di sotto di questa soglia di carboidrati è già, per definizione, una dieta chetogenica. Pertanto, specificare “a bassissimo contenuto di carboidrati” può creare confusione e ridondanza, dato che l’elemento distintivo primario di una dieta definita “VLCKD” è il basso apporto di calorie piuttosto che l’apporto di carboidrati complessivo, indicando l’iniziale C le Calorie. (vedi a riguardo questo articolo)
Questo punto evidenzia la necessità di una maggiore chiarezza terminologica nella ricerca per evitare fraintendimenti e garantire una comunicazione precisa e inequivocabile dei risultati.
Inoltre, se il termine VLCKD è stato incluso nella strategia di ricerca, è possibile che i due significati di VLCKD (Very Low Calories Ketogenic Diet e Very Low Carbohydrate Ketogenic Diet) siano stati confusi, influenzando potenzialmente i risultati e le conclusioni della revisione sistematica e della meta-analisi.
Importanza di una Revisione Sistematica e Meta-Analisi
Una revisione sistematica è un tipo di studio che raccoglie e analizza criticamente tutti gli studi pertinenti su un determinato argomento, utilizzando metodi rigorosi e predefiniti per minimizzare i bias.
Una meta-analisi, che spesso accompagna una revisione sistematica, combina i risultati di questi studi per fornire una stima complessiva più precisa dell’effetto di un intervento.
Queste metodologie sono considerate il gold standard della ricerca scientifica perché offrono una sintesi completa e affidabile delle prove disponibili, migliorando la qualità e la generalizzabilità delle conclusioni tratte.
Risultati
L’analisi ha incluso 29 trial clinici con un totale di 2359 partecipanti.
I risultati hanno mostrato che l’aderenza alla dieta chetogenica ha portato a una riduzione significativa della glicemia a digiuno, HbA1c, HOMA-IR, insulina, trigliceridi, pressione arteriosa sistolica e diastolica.
Inoltre, si è osservato un aumento significativo dei livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL). Non sono state riscontrate differenze significative nei livelli di LDL e colesterolo totale tra i gruppi.
Conclusioni e Perplessità
L’adozione di una dieta VLCKD ha dimostrato di migliorare in modo significativo i fattori di rischio cardiovascolare rispetto a diete di controllo nei pazienti con T2DM.
Tuttavia, a causa della confusione terminologica tra Very Low Calorie Ketogenic Diet e Very Low Carbohydrate Ketogenic Diet, non è chiaro se la riduzione del rischio cardiovascolare sia dovuta principalmente alla riduzione delle calorie (e quindi dell’apporto lipidico) o se la dieta chetogenica in sé abbia avuto effetti positivi.
Inoltre, nulla viene detto sulla composizione qualitativa dei grassi utilizzati (monoinsaturi, polinsaturi, saturi, ecc.), lasciando aperte domande importanti sull’impatto specifico dei diversi tipi di grassi sul rischio cardiovascolare. Pertanto, ulteriori ricerche sono necessarie per chiarire questi aspetti e fornire raccomandazioni dietetiche più precise per i pazienti con diabete di tipo 2.