153Negli ultimi anni, la malattia del fegato grasso non alcolica (NAFLD) è emersa come una delle principali problematiche sanitarie a livello mondiale, toccando fino al 38% della popolazione globale.
Essa rappresenta una delle principali cause di malattie epatiche croniche, collegata strettamente all’obesità, al diabete di tipo 2 e alla sindrome metabolica.
La condizione, inizialmente caratterizzata da un accumulo di grasso nelle cellule del fegato, può progredire verso forme più severe come la steatoepatite non alcolica (NASH), aumentando il rischio di cirrosi e cancro al fegato.
In questo contesto, la dieta chetogenica sta guadagnando attenzione come possibile soluzione terapeutica per la gestione della NAFLD.
Cos’è la NAFLD?
La NAFLD si sviluppa quando il grasso si accumula nel fegato senza che l’individuo consumi grandi quantità di alcol.
Questa condizione è fortemente legata a problemi metabolici come l’insulino-resistenza, che impedisce alle cellule del corpo di rispondere correttamente all’insulina.
Se non trattata, la NAFLD può evolversi verso la NASH (nonalcoholic steatohepatitis = steatosi epatica non alcolica), una forma più aggressiva in cui l’infiammazione cronica porta a danni epatici significativi, fibrosi e potenzialmente cirrosi epatica.
Uno degli aspetti preoccupanti della NAFLD è la sua alta incidenza nei bambini, probabilmente correlata ai crescenti tassi di obesità infantile.
La dieta chetogenica come possibile terapia
La dieta chetogenica è un regime alimentare caratterizzato da una bassa quantità di carboidrati.
L’obiettivo della dieta chetogenica è indurre uno stato metabolico chiamato chetosi, in cui il corpo brucia i grassi piuttosto che i carboidrati come principale fonte di energia.
Questo approccio dietetico ha già dimostrato la sua efficacia nel trattamento di malattie neurologiche, come l’epilessia, ed è ora sotto esame per il suo potenziale nella gestione della NAFLD.
I primi risultati sono promettenti, poiché la dieta chetogenica sembra avere la capacità di migliorare la sensibilità all’insulina, ridurre l’infiammazione e favorire una perdita di peso significativa, fattori chiave nel trattamento della malattia epatica.
Meccanismi d’azione
La dieta chetogenica agisce attraverso diversi meccanismi che la rendono potenzialmente efficace nella gestione della NAFLD.
Di seguito, analizziamo i principali processi biologici coinvolti:
1. Riduzione dell’insulino-resistenza
L’insulino-resistenza è uno dei principali fattori alla base dello sviluppo della NAFLD. In condizioni normali, l’insulina regola l’assorbimento del glucosio nelle cellule del corpo, ma in presenza di resistenza all’insulina, questo processo è compromesso, portando a livelli elevati di glucosio nel sangue e un aumento della sintesi di grassi nel fegato.
La dieta chetogenica, riducendo drasticamente l’assunzione di carboidrati, riduce la necessità di insulina, stabilizzando i livelli di glucosio nel sangue e migliorando la sensibilità delle cellule a quest’ormone.
Uno dei principali benefici della dieta chetogenica è la capacità di abbassare le concentrazioni di insulina e glucosio nel sangue. Questo è fondamentale per prevenire l’accumulo di grassi nel fegato, poiché l’insulina promuove la sintesi di lipidi a partire dal glucosio.
La dieta chetogenica permette anche di ridurre la produzione di insulina stessa, limitando il circolo vizioso che alimenta la steatosi epatica.
Studi dimostrano che l’adozione di una dieta a basso contenuto di carboidrati migliora i parametri glicemici e riduce l’emoglobina glicata (HbA1c), un marcatore della glicemia a lungo termine.
2. Eliminazione del fruttosio e dei monosaccaridi
Uno degli aspetti più dannosi dell’alimentazione moderna per la salute del fegato è l’eccessivo consumo di zuccheri, in particolare di fruttosio. Questo zucchero, presente in grandi quantità nei succhi di frutta industriali e nelle bevande zuccherate, è metabolizzato quasi esclusivamente dal fegato, dove viene convertito in grasso. Questo processo contribuisce all’accumulo di lipidi nel fegato e promuove lo sviluppo della NAFLD.
La dieta chetogenica elimina quasi completamente il fruttosio e riduce al minimo l’assunzione di zuccheri semplici. L’assenza di monosaccaridi riduce drasticamente la produzione di grassi a livello epatico, prevenendo la progressione della malattia.
È stato dimostrato che il fruttosio, in particolare, è associato a disfunzioni nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi, promuovendo l’infiammazione epatica e l’insulino-resistenza.
3. Effetti anti-infiammatori
L’infiammazione cronica è uno dei principali fattori che peggiorano la NAFLD, in particolare quando la malattia evolve verso la NASH. L’accumulo di grassi nel fegato attiva una risposta immunitaria che porta alla produzione di citochine proinfiammatorie e allo stress ossidativo, danneggiando ulteriormente il tessuto epatico.
Uno dei vantaggi principali della dieta chetogenica è il suo effetto antinfiammatorio.
Quando il corpo entra in uno stato di chetosi, la produzione di corpi chetonici, come il beta-idrossibutirrato (BHB), ha un effetto diretto nel ridurre l’infiammazione.
Studi dimostrano che il BHB inibisce il complesso infiammatorio NLRP3, riducendo la produzione di interleuchine e altri marcatori dell’infiammazione. Questo effetto anti-infiammatorio non solo aiuta a proteggere il fegato, ma riduce anche il rischio di complicazioni cardiovascolari e metaboliche spesso associate alla NAFLD.
4. Modifica del microbioma intestinale
Il microbioma intestinale, ovvero l’insieme di batteri e microorganismi presenti nel tratto gastrointestinale, gioca un ruolo cruciale nella salute del fegato. In condizioni di disbiosi, ovvero uno squilibrio della flora batterica intestinale, si osserva un aumento della permeabilità intestinale e il rilascio di endotossine nel sangue, che raggiungono il fegato e aggravano l’infiammazione.
Le ricerche mostrano come la dieta chetogenica sembri modulare positivamente il microbioma intestinale, riducendo la crescita di batteri patogeni associati all’infiammazione e promuovendo batteri benefici che producono acidi grassi a catena corta, come il butirrato, che ha effetti anti-infiammatori.
Questo contribuisce a mantenere l’integrità della barriera intestinale e a ridurre il carico di tossine che raggiungono il fegato.
5. Riduzione del peso corporeo e della massa grassa viscerale
La perdita di peso è un fattore determinante per migliorare la NAFLD. È stato dimostrato che una riduzione del peso corporeo del 5-10% può invertire la steatosi epatica e migliorare la funzione epatica.
La dieta chetogenica favorisce una rapida perdita di peso, poiché la riduzione dei carboidrati provoca un calo nei livelli di insulina e stimola il corpo a bruciare i grassi immagazzinati.
E’ stato dimostrato che la dieta chetogenica è particolarmente efficace nel ridurre il grasso viscerale, il tipo di grasso che circonda gli organi interni e che è associato a un maggiore rischio di complicazioni metaboliche.
La diminuzione del grasso viscerale riduce anche il carico di lipidi sul fegato, contribuendo al miglioramento della NAFLD.
Uno Strumento Utile per Contrastare la NAFLD
La dieta chetogenica rappresenta un approccio promettente nella gestione della NAFLD.
Grazie alla sua capacità di migliorare sensibilmente l’insulino-resistenza, ridurre l’infiammazione e promuovere la perdita di peso, potrebbe diventare una strategia terapeutica rilevante, con benefici sia per la salute che per i costi sanitari globali.